Proluogo

Il visionario e disadattato (caro) Luigi parla di senso del luogo e di certi sensi del luogo e di certi non sensi del luogo: vagheggia dimensioni non rappresentabili sul piano cartesiano, parla di corpi che mutano in voci, di nuovi livelli di coscienza con i quali produrre senso, di luoghi fatti di testi comuni in cui incontrarsi, di luoghi, infine, resi capaci dalla tecnologia di accogliere l'insospettata e dolce idea di esperienza collettiva e dinamica.
Leggerlo (e parlargli) ha portato alla coscienza (e in superficie) in un tracimare delicato e potente, la definizione dei luoghi che in massima parte frequento e che frequentemente mi ospitano. Sono le regioni da cui vengo: a meta' strada tra il sogno e la realta'.
In queste regioni governano certe qualita' dell'anima non ancora provate, certe dedizioni, certe pratiche, certe cure; e certe scansioni di tempo (di volta in volta diverse: sospensioni, accelerazioni, bruschi arresti, gradualissime riprese, precipitazioni, addensamenti, diradazioni, differimenti, slittamenti, distillazioni, stillamenti) simili in tutto e in parte alla velocita' che esiste solo nei sogni e alla speciale immobilita' dinamica che, di nuovo, soltanto in questi, esiste. 
Questa e' la regione che confina con la realta' (l'uno nell'altra sconfinantesi) Qui la realta' e il sogno si amano con passione e tentano di con-fondersi e di congiungersi. Talvolta con risultati di vera e seria felicita' performativa. Chi abita le regioni di mezzo tra la realta' e il sogno, e' precisamente qui che vuole abitare: in luoghi che, se hanno pareti, sono pareti con finestre aperte su tutte le albe del mondo (e tramonti, e primavere, estati, autunni, inverni,... del mondo). Chi vive in questi luoghi, se ha un corpo, lo trascina incontro alla citta' perche' questa lo ami con tutte le sue vie, piazze, angoli di cielo, viali secolarmente alberati, palazzi,... sperdimenti. Vuole da lei il pulsare di anime instancabili e operose che la stressano, tormentano, amano e patiscono. Vuole che sia lei a penetrare quel senza-corpo; che sia lei a sollevarlo in aria distribuendolo in tutti i suoi angoli di clamorose pietre e selciati.. Chi vive in queste regioni ha il dono del mimetismo vive nelle e delle psicologie degli altri: se cura il proprio corpo (se ne ha uno) cura il corpo di tutti, se ama, ama tutti. Nessuno e' per lui sconosciuto - soffre indicibilmente se una sola lacrima si disperde. Se una sola testa si scuote dicendo anche sommessamente no, quelle regioni sono sconvolte da uragani, squarciate da terremoti - sprecate. 

 

versatinrete
primo luogo: Festa
Alice
 


 

nota a margine: questa regione cresce su se stessa: i suoi luoghi - e i suoi corpi - si definiscono per l'azione stillante e tracimante di tutti i versati in rete.