La Critica

Editoriale

di Enrico Cocuccioni

 

Quando guardiamo qualcosa da una certa distanza, senza farci coinvolgere troppo da ciò che accade, qualcuno potrebbe dire che manteniamo un atteggiamento "critico". Ebbene, per noi La Critica è proprio questo tentativo di prendere le distanze dalle cose (anche da quelle che più ci appassionano) per osservarle meglio nel loro contesto, grazie ad un angolo di osservazione che speriamo risulti abbastanza ampio da includere l'intero paesaggio e non solo qualche preponderante figura in primo piano.

Oltre alla visione panoramica, l'atteggiamento critico richiede a volte l'uso di affilati strumenti d'indagine. Si tratta allora di saper usare anche il bisturi e la lente d'ingrandimento per entrare nei dettagli dell'opera con il freddo acume del "conoscitore", ben sapendo però che le nuove forme d'arte si propongono come eventi dinamici, non certo come entità immobili sepolte in un museo. Il problema, allora, è saper offrire riflessioni e suggerimenti utili più che superficiali giudizi di gusto a chi è alle prese con tali processi creativi.

Un commento utile è quello di chi ci dice apertamente sia che cosa trova di positivo nel nostro lavoro, sia che cosa lo convince meno. Il peggior "feedback" che un autore possa ricevere è invece quello di chi si mostra del tutto indifferente dinanzi alla sua opera. L'assenza di critica è un evento funesto per ogni artista. Così come si rivelano vuote e, se possibile, da evitare le parole di circostanza, le lodi generiche o i rifiuti pregiudiziali. In un mondo che diventa sempre più tecnologico sembrano in qualche modo rimaste solo le macchine ad esser prodighe di consigli, magari sotto la tipica forma perentoria delle istruzioni per l'uso di questo o quel software.

Le persone, invece, appaiono spesso così assorbite dal funzionamento degli odierni automatismi produttivi da non potersi permettere qualche "disinteressata" pausa di riflessione, qualche giudizio ben ponderato su qualcosa, dunque per assumere una effettiva distanza critica dalla propria ordinaria realtà quotidiana. Ma appunto per questo abbiamo ancora molto bisogno del pensiero critico.

Distanza critica significa anche autonomia di giudizio: chi è troppo coinvolto in un fatto come può mantenere la necessaria serenità per osservarlo e valutarlo nei suoi innumerevoli aspetti? Nessuno raggiunge del tutto, ovviamente, questo ideale distacco. Ma ciascuno può tentare di occupare, volta per volta, la posizione del critico ben sapendo che non si tratta di un ruolo univocamente determinato e definitivo. Per assumere tale ruolo, seppure transitorio, occorrono antenne sensibili. Ma occorre anche disporre di sufficienti informazioni sul fenomeno che intendiamo analizzare. Occorre integrare il candore dello sguardo con una preparazione specifica che non ammette improvvisazioni ma richiede adeguati supporti teorici. La Critica intende essere appunto questo ideale osservatorio da cui poter gettare uno sguardo ricognitivo sulle odierne tendenze dell'arte e del design, anche in relazione ad un contesto tecnologico che, come da tempo sappiamo, investe ormai l'intero orizzonte della comunicazione.


[Copertina] [Sommario] [Archivio] [Colophon] [Corrispondenza @]